Cosa facciamo

Il fenomeno della tratta di esseri umani, e della prostituzione forzata ad essa connessa, è molto complesso e variegato.

I motivi dell’incremento dei reati legati allo sfruttamento sessuale sono molteplici: in primo luogo i guadagni sono decisamente elevati ed i rischi relativamente bassi, in quanto la legislazione vigente in molti paesi non punisce severamente lo sfruttamento della prostituzione. In secondo luogo le condizioni di povertà, gli alti tassi di disoccupazione e situazioni familiari spesso intollerabili costituiscono terreno fertile per le promesse fatte dai trafficanti. Le donne accettano le profferte delle associazioni criminali anche se consapevoli del loro destino: le difficoltà sociali ed economiche in cui versano in patria sono insostenibili.

Le donne costrette a prostituirsi in Italia spesso giungono illegalmente nel nostro paese, senza visto o permesso di soggiorno. Anche a causa di leggi sull’immigrazione molto rigide, che prevedono l’espulsione del cittadino straniero sprovvisto di permesso di soggiorno (legge Bossi-Fini), esse si affidano a trafficanti che organizzano il viaggio e fanno con loro un contratto. Le condizioni di tale vincolo variano a seconda del paese da cui le donne provengono.

  • Dalla Nigeria arrivano dopo aver promesso di pagare ai trafficanti un “debito” superiore anche ai 50.000 euro e, generalmente, non si sottraggono al pagamento del vodoo. Quest’ultima è una pratica dei culti animisti, esercitata per soggiogare psicologicamente la persona che si vuol tenere in stato di dipendenza. Coloro che si sentono colpiti da un vodoo attribuiscono a ciò ogni evento negativo della propria vita. Per questo motivo pochissime donne osano sfidarlo.
  • Dall’Albania le donne vengono accompagnate in Italia dai fidanzati o dagli amici che spesso le ingannano con false promesse di un lavoro come cameriera o baby sitter. Il loro contratto è un legame affettivo e/o familiare, che viene mantenuto con la violenza.
  • Dal Brasile e dall’America Latina le donne e i transessuali arrivano senza inganni e determinati a migliorare le proprie condizioni di vita. Giungono pagando il volo ad un prezzo molto alto: il prestito, spesso fatto da un’amica, viene pagato velocemente quando cominciano a lavorare.
  • Dai Paesi dell’Est le donne giungono con modalità diverse: alcune arrivano attraverso agenzie di viaggio, con un visto a breve scadenza, non valido per lavoro; altre affrontano viaggi rocamboleschi per poi essere vendute a trafficanti che le fanno lavorare nella prostituzione assorbendo i loro guadagni. Il contratto di queste donne dipende molto dalla loro potenzialità di autonomia e autodeterminazione e dai livelli di scolarizzazione che spesso sono eccellenti. Raramente la dipendenza dai protettori dura troppo a lungo.

Nello specifico il progetto “Roxana”, si propone di aiutare le donne finite nel racket della prostituzione e di incrementare la rete di contatti, competenze e professionalità acquisite negli anni scorsi sia a livello locale, che regionale e nazionale.

Tra le iniziative realizzate nelle varie edizioni del Progetto, vi è l’attivazione di un ambulatorio per l’assistenza socio – sanitaria e di strutture residenziali di accoglienza, case protette, per le donne che intendano abbandonare i circuiti dello sfruttamento.

Fondamentale è il lavoro di prevenzione e riduzione del danno, realizzato attraverso gli interventi degli operatori di strada. Per lo più mediatori culturali, essi prendono contatto diretto con le donne presenti sulle strade. Offrono loro sostegno e distribuiscono materiale informativo, condoms e beni di prima necessità: da bevande a ombrelli e impermeabili durante l’inverno.

Appuntamento fisso di ogni anno scolastico sono gli incontri di sensibilizzazione ed informazione sul tema della tratta rivolti agli studenti delle quinte classi delle scuole secondarie superiori. Coordinati da uno psicologo e aperti all’interazione degli studenti, questi incontri affrontano varie tematiche connesse al tema della tratta: dalle diverse forme di prostituzione, alle malattie sessualmente trasmesse, alle tipologie del cliente.

Parallelamente, il progetto Roxana svolge un programma di formazione per le donne legato alle competenze delle ragazze stesse e alle possibilità concrete di inserimento socio-lavorativo sul territorio: attività di formazione pratica in impresa, borse lavoro, accompagnamento, stage.
Per le donne in difficoltà sono sempre disponibili professionisti per la consulenza giuridica, gli interventi di segretariato sociale e sostegno psicologico.

Il progetto attribuisce grande attenzione anche alla formazione degli stessi operatori che spesso partecipano a brevi seminari tematici. Al fine di creare uniformità negli interventi, vengono svolte mensilmente, tra tutti i soggetti in rete, delle riunioni come momento di confronto e di messa a punto sulle problematiche da affrontare e le attività in corso.